RAFFAELLO: Una Mostra Impossibile

La mostra impossibile che riunisce tutti i capolavori del “Divin Pittore”.

Dal 25 luglio al 01 novembre 2020 presso il Collegio Raffaello piazza della Repubblica –  Urbino

Una mostra impossibile per celebrare il cinquecentesimo anniversario della scomparsa dell’artista urbinate. Saranno riuniti quarantacinque dipinti di Raffaello, compreso l’affresco de La Scuola di Ateneriprodotti in scala 1:1: i visitatori avranno dunque la possibilità di ammirare in un unico allestimento capolavori sparsi in diciassette paesi diversi e nei maggiori musei del mondo, dagli Uffizi ai Musei Vaticani, dalla Pinacoteca di Brera alla Galleria Borghese, dal Louvre al Prado alla Gemäldegalerie di Berlino, all’Hermitage di San Pietroburgo, alla National Gallery di Washington. 

La mostra curata da Renato Parascandolo e della Regione Marche è rivolta ai giovani e a coloro che non frequentano solitamente i musei e le esposizioni, permettendo a un pubblico più vasto di avvicinarsi a uno dei più grandi artisti della storia dell’arte, Raffaello Sanzio. Il tutto attraverso riproduzioni dei suoi capolavori: la diffusione delle riproduzioni vuole essere in questo caso un invito a scoprire le opere d’arte, senza ridimensionare la sacralità dell’originale. 

Tra le riproduzioni riunite, il San Sebastiano, le Tre Grazie del Musée Condé, il Sogno del Cavaliere della National Gallery di Londra, la Madonna Conestabile dell’Ermitage, la Dama col liocorno della Galleria Borghese, la Madonna del Prato del Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Muta, la Madonna del Cardellino, la Madonna della Seggiola, Galatea di Villa Farnesina, la Velata, la Fornarina e tante altre ancora. 

A tal proposito, il direttore scientifico della Mostra impossibile Ferdinando Bologna, recentemente scomparso, sosteneva che “le Mostre impossibili consentono una più approfondita conoscenza delle opere e un accostamento, per confronto, di opere che sono normalmente lontanissime fra di loro. Soprattutto, questa nuova generazione di riproduzioni d’arte, ad altissima definizione e a grandezza naturale, consente un approccio agli originali che gli originali stessi, nelle condizioni in cui normalmente si trovano, sia nei musei sia nelle sedi proprie, non consentono”.