RAPHAEL WARE. I colori del Rinascimento

Galleria Nazionale delle Marche | Palazzo Ducale di Urbino

31 ottobre 2019 – 13 aprile 2020 | PROROGATA AL 27 settembre 2020

Mostra a cura di Timothy Wilson e Claudio Paolinelli.
Direzione di Peter Aufreiter

La grande stagione rinascimentale italiana trova piena espressione in ogni forma artistica: quella della maiolica esprime pienamente quella ricerca estetica, il clima culturale, ma anche il modus vivendi, che fa dell’Italia e dei suoi artisti, tra Quattrocento e Cinquecento, il faro culturale dell’Occidente. Dal Seicento in poi, nei paesi europei, la maiolica cinquecentesca italiana diventa una vera e propria passione collezionistica ed, a quella istoriata, da considerarsi a pieno titolo un aspetto della pittura rinascimentale, viene associato il nome del grande pittore urbinate: in inglese Raphael ware.

La mostra espone 157 raffinati esemplari di maiolica italiana rinascimentale, provenienti dalla più grande collezione privata del mondo di questo genere, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione su quell’importante momento della tradizione artistica italiana.

Seguendo il gusto rinascimentale per la decorazione figurata, i pittori di maiolica – tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento – iniziano a coprire ogni superficie disponibile dei loro oggetti, con istorie di ogni sorta. Le composizioni possono essere invenzioni originali dei ceramisti o riecheggiare quelle delle arti maggiori, ed ancora, essere estratte da xilografie o incisioni.

La ceramica istoriata arricchisce la conoscenza della cultura figurativa rinascimentale e, associata alla varietà delle storie rappresentate – più o meno serie – offre una testimonianza insostituibile della vita e della cultura dell’epoca. Gli oggetti ceramici infatti, anche se destinati alla vita domestica, non sono necessariamente relegati alla sfera privata: essi vengono scambiati come doni ed esposti negli spazi di rappresentanza delle dimore rinascimentali del ceto medio-alto. La loro riconosciuta preziosità non ne impedisce l’utilizzo che, anzi, trovava in alcune occasioni il contesto ideale, come nei soggiorni villarecci, dove musica e conversazioni letterarie ripropongono quell’otium vagheggiato dagli antichi, che riecheggiava proprio nelle storie dipinte sulle maioliche.

Nel ducato di Urbino, Casteldurante, Gubbio, Pesaro ma, soprattutto, il capoluogo, divengono famosi per l’istoriato. Urbino è infatti la città che, nella seconda metà del Quattrocento, il Duca Federico trasforma in una delle capitali del Rinascimento, richiamandovi i massimi esponenti della cultura del tempo ed edificandovi il Palazzo Ducale, capolavoro indiscusso della storia dell’architettura di ogni tempo. La città che, di lì a poco, proprio per il clima culturale instauratovi, dà i natali a Raffaello, il pittore la cui levatura ancora giganteggia nel panorama artistico universale.

Proprio il contesto che dà vita al genio raffaellesco, fornisce l’humus creativo e la formazione artistica necessari alla nascita ad alcuni dei più grandi artisti della maiolica italiana: Nicola da Urbino, Francesco Xanto Avelli e Francesco Durantino.

La mostra viene ospitata al secondo piano del Palazzo Ducale di Urbino, nella luminosa Loggia del Pasquino, con l’intenzione di mostrare questi raffinati oggetti nella piena luce naturale poiché la maiolica – più di ogni altra forma d’arte del tempo – mostra i suoi colori perfettamente conservati come all’origine, quando uscì dalla bottega del ceramista.

La loggia è posta a fianco alle sale che espongono una parte delle ceramiche della collezione permanente e l’allestimento – appositamente creato – verrà poi utilizzato proprio per ampliare lo spazio espositivo dedicato a questa sezione.

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